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Chi siamo

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La nostra storia di impegno e passione

L’impegno, la dedizione e il perseguimento dei Sette Principi erano caratteristiche che appartenevano ai volontari locali, che già dal 1973 si adoperavano a prestare servizio; all’epoca Guastalla era delegazione della Croce Rossa di Reggio Emilia ed il primo volontario mandato nella Bassa dal Comitato Provinciale fu Carletto Derlindati, il quale ha dedicato tanto del suo tempo alla gestione ed organizzazione dei volontari e delle attività della sede. 

Tra i primi volontari presenti e che hanno ricoperto un ruolo fondamentale per la Croce Rossa di Guastalla nel corso degli anni, ricordiamo Enrico Masini, meglio conosciuto come “Il Ciuffo”, persona la cui onestà e generosità d’animo hanno spinto tante persone a credere nell’utilità del volontariato in Croce Rossa, trasmettendo alcuni insegnamenti fondamentali, come darsi sempre da fare ed essere disponibili, in modo responsabile e non superficiale, orgogliosi dell’associazione a cui si appartiene.

Il 2 giugno 1979, con decreto del presidente del consiglio, viene istituito il sottocomitato dell’associazione della Croce Rossa di Guastalla e dal 4 giugno cominciano ad essere espletati i servizi.

La prima sede era ubicata all’interno dell’ospedale civile, dove erano stati preposti due locali per i volontari, ma l’esiguità degli spazi porta a cercare una struttura più adeguata e nel 1984 viene inaugurata una nuova sede presso via Spallanzani, dotata anche di capannone per parcheggio mezzi e resa ad uso gratuito dall’amministrazione comunale.

All’epoca le tipologie e il numero dei servizi svolti, erano diversi e inferiori rispetto ad oggi, ma da sempre Guastalla è riuscita a garantire la copertura delle 24 ore con tre turni, durante i quali i volontari si occupavano di trasferimenti, dimissioni e servizi d’emergenza.

A metà degli anni Ottanta, inoltre, viene firmata una convenzione con l’ospedale di Guastalla per garantire quotidianamente il trasporto in ambulanza di pazienti sottoposti a tac presso un centro medico di Reggio Emilia. Ciò ha comportato uno sforzo maggiore da parte dei volontari, anche perché il territorio da coprire era più esteso, visto che le delegazioni di Reggiolo e Novellara, nei primi tempi, svolgevano servizio solo al sabato e domenica.

Proprio per fare in modo di riuscire ad effettuare tutte le attività, spesso i volontari che si fermavano in sede, per un saluto o solo di passaggio, venivano immediatamente reclutati. I turni e i corsi stessi di formazione erano meno strutturati se confrontati con quelli attuali, ma erano anche strettamente rapportati al tipo di materiale e di allestimento a disposizione sulle ambulanze: basti pensare che s’indossava un semplice camice bianco e sul mezzo si trovavano solo bombola dell’ossigeno, telo e barella a cucchiaio.

Una data importante, è il 1994, anno di costituzione della Centrale Operativa del 118: la convenzione stipulata in precedenza con l’ospedale che garantiva i servizi, vitto, lenzuola, mensa ed un autista dipendente (Camellini Massimo) cessa, e la sede si trova a dover garantire due ambulanze 24 ore su 24 per tutto l’anno ed a gestire una struttura ben diversa e complessa rispetto al passato.

Questo cambiamento ha avuto come conseguenza un ulteriore sforzo da parte dei volontari, in quanto ogni giorno occorreva la disponibilità di più persone, la conoscenza di nuove tecniche di soccorso e il rapportarsi, appunto, ad una nuova centrale operativa.

La Sede di via Spallanzani, per quanto migliore della precedente, aveva dei limiti, dovuti alla locazione nel centro storico di Guastalla e al fatto che la convenzione firmata col Comune di Guastalla per l’uso sarebbe scaduta nel 1989. Ciò ha spinto sia il comune che la nostra associazione a trovare una soluzione, che si è presentata quando l’amministrazione comunale ha donato un terreno di circa 300 mq presso via Allende.

Nel settembre del 1992 la nuova Sede è stata ultimata e per l’occasione è stata organizzata un’inaugurazione che è rimasta nella memoria. 

Dal 1992 ad oggi la Sede ha cambiato aspetto sia all'interno che all'esterno, sono state apportate migliorie e l'aumento dei mezzi e dei materiali non fa mai bastare lo spazio, ma quello che è certo è il senso di appartenenza e di familiarità che i volontari riconoscono nella "Sede", che diventa luogo di aggregazione e di ritrovo, per alcuni una vera e propria seconda casa.